Splendida apertura del 2022 con il Quartetto Indaco alla sala dei Notari
- Cosimo Carovani
- 10 gen 2022
- Tempo di lettura: 2 min
di Stefano Ragni

Per noi perugini, che non siamo certo l’ultimo pubblico del mondo, hanno scelto un programma inconsueto che ci ha appagato di cose rare e preziose. La prima parte della serata è stata infatti una stravagante vetrina di produzioni che non si ascoltano tutti i giorni, ma che rivelano negli Indaco la voglia e la capacità di esplorare angoli inconsueti del repertorio. Il Bloch di Recueillement del 1925 sarà pure una pagina rancoroso messa giù in un momento atrabiliare conseguente a un ingiusto licenziamento, ma la stesura è di grande qualità, e ci fa subito percepire il bel suono dell’Indaco, compatto, elegante, trasparente e soprattutto denso di colore. Quando si passa all’inascoltato Quartetto di Germaine Tailleferre si percepisce la cura con cui i ragazzi si sono impadroniti di una stesura tenue, una lieve e vellutata pagina proustiana, rispettandone la elegante fragilità. Il successivo Quartetto di Nino Rota meritava tutto il nostro rispetto. Senza far pesare al grande musicista milanese i suoi successi cinematografici, pur sapendo della circoscrizione della stesura di questo brano tra le colonne sonore di Totò al giro d’Italia (1948) e

La strada di Fellini e Senso di Visconti (1954), non si può non riconoscere a Rota la purezza del suo candore, il suo stupore innocente di fronte alla grandi strutture della forma-quartetto visitate con la leggerezza di un viaggiatore incantato. Musica lieve e futile, indubbiamente, ma di ottima qualità e soprattutto di una encomiabile trasparenza, resa in maniera ineccepibile dagli Indaco. Quando poi si è passati, nella seconda metà dell’appuntamento, al Quartetto op. 51 n. 2 di Brahms, non è cambiata la nozione di suono messa in atto dai giovani ospiti. Stessa densità sapientemente filtrata, analoga lievità meditata, e, soprattutto, evocazione di una timbrica suadente e avvolgente, una carezza su uno spartito tra i più problematici del camerismo brahmsiano.

Ne abbiamo sentite tante di versioni di questo capolavoro, ma raramente si è sfiorato, come in questo caso, l’incantesimo della pura liricità.
Applausi tantissimi e il fuori programma tardo-natalizio che abbiamo accolto come un regalo caduto dalla bisacce della carovana dei re Magi. Con l’auspicio che ci porti un mondo di bene.
per l'articolo completo https://newsumbriablog.wordpress.com/2022/01/09/splendida-apertura-del-2022-con-il-quartetto-indaco-alla-sala-dei-notari/
Comments