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Splendida apertura del 2022 con il Quartetto Indaco alla sala dei Notari

di Stefano Ragni




Per noi perugini, che non siamo certo l’ultimo pubblico del mondo, hanno scelto un programma inconsueto che ci ha appagato di cose rare e preziose. La prima parte della serata è stata infatti una stravagante vetrina di produzioni che non si ascoltano tutti i giorni, ma che rivelano negli Indaco la voglia e la capacità di esplorare angoli inconsueti del repertorio. Il Bloch di Recueillement del 1925 sarà pure una pagina rancoroso messa giù in un momento atrabiliare conseguente a un ingiusto licenziamento, ma la stesura è di grande qualità, e ci fa subito percepire il bel suono dell’Indaco, compatto, elegante, trasparente e soprattutto denso di colore. Quando si passa all’inascoltato Quartetto di Germaine Tailleferre si percepisce la cura con cui i ragazzi si sono impadroniti di una stesura tenue, una lieve e vellutata pagina proustiana, rispettandone la elegante fragilità. Il successivo Quartetto di Nino Rota meritava tutto il nostro rispetto. Senza far pesare al grande musicista milanese i suoi successi cinematografici, pur sapendo della circoscrizione della stesura di questo brano tra le colonne sonore di Totò al giro d’Italia (1948) e


La strada di Fellini e Senso di Visconti (1954), non si può non riconoscere a Rota la purezza del suo candore, il suo stupore innocente di fronte alla grandi strutture della forma-quartetto visitate con la leggerezza di un viaggiatore incantato. Musica lieve e futile, indubbiamente, ma di ottima qualità e soprattutto di una encomiabile trasparenza, resa in maniera ineccepibile dagli Indaco. Quando poi si è passati, nella seconda metà dell’appuntamento, al Quartetto op. 51 n. 2 di Brahms, non è cambiata la nozione di suono messa in atto dai giovani ospiti. Stessa densità sapientemente filtrata, analoga lievità meditata, e, soprattutto, evocazione di una timbrica suadente e avvolgente, una carezza su uno spartito tra i più problematici del camerismo brahmsiano.

Ne abbiamo sentite tante di versioni di questo capolavoro, ma raramente si è sfiorato, come in questo caso, l’incantesimo della pura liricità.

Applausi tantissimi e il fuori programma tardo-natalizio che abbiamo accolto come un regalo caduto dalla bisacce della carovana dei re Magi. Con l’auspicio che ci porti un mondo di bene.


per l'articolo completo https://newsumbriablog.wordpress.com/2022/01/09/splendida-apertura-del-2022-con-il-quartetto-indaco-alla-sala-dei-notari/

 
 
 

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