(Senza) Parole

F. Mendelssohn Quartetto op. 44 n. 2 J. Brahms Quintetto per clarinetto e archi op. 115

Quartetto Indaco Michele Naglieri, clarinetto

Non è forse tutta la musica strumentale senza parole? Perche’ ribadirlo, in questo caso, nel titolo del nostro concerto? E perché mettere la parola “senza” tra parentesi? C’è sicuramente un riferimento alle Romanze senza Parole di Mendelssohn e, anche, un collegamento con la vocalità brahmsiana. Tutta la musica, pero’, riesce a parlarci senza parole. Mendelssohn e Brahms scrivono collegando il loro mondo interiore alla loro musica, la loro esperienza personale alle loro melodie: ecco, la loro e’ musica che, più di ogni altra, parla rimanendo silente, commuove rivolgendosi direttamente allo spirito. La loro musica e’ fatta di parole scritte con un altro alfabeto: utilizza caratteri che non sono solo segni scritti su carta, ma che esistono a mezz’aria, nei ricordi e nelle esperienze condivise. Queste linee sonore sono, allo stesso tempo, coscienza di noi stessi nell’ora e consapevolezza degli autori vissuti nel passato: ci accompagnano su strade già percorse da tanto tempo. Per questo (senza) parole: le parole ci sono, eccome, ma noi riusciremo a sentirle unicamente quando cambieremo il nostro modo di ascoltare. Sara’ necessario regalare a noi stessi il tempo per connetterci con la musica e con i suoi autori, lontani nel tempo ma profondamente vicini a noi.

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